Materiale metallico

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m (Esposizione all'ossigeno)
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A seconda del metallo e del tipo di corrosione, il fenomeno può proseguire nel tempo - fino al completo deterioramento - o arrestarsi. Nel primo caso, il prodotto della corrosione risulta avere un peso specifico maggiore rispetto al metallo corroso: questo comporta che il materiale ossidato, dovendo occupare lo stesso volume del metallo di partenza, o risulta essere molto poroso o si raggrinzisce fratturandosi. In entrambe le situazioni, il materiale sottostante, ancora intatto, viene esposto all'aggressione dell'agente, ed il processo si itera. È questo il caso della ruggine (ossidi di ferro), che si sfalda permettendo l'ulteriore degrado del ferro (o dell'acciaio al carbonio) sottostante, fino alla completa scomparsa del materiale iniziale. Nel secondo caso, il prodotto della corrosione ha un peso specifico maggiore, e quindi si presenta come una pellicola estremamente compatta e fortemente aderente al materiale sottostante, proteggendolo da ulteriori attacchi. Questo fenomeno, detto [[passivazione]], blocca la corrosione arrestandola allo stato iniziale.<br/>
A seconda del metallo e del tipo di corrosione, il fenomeno può proseguire nel tempo - fino al completo deterioramento - o arrestarsi. Nel primo caso, il prodotto della corrosione risulta avere un peso specifico maggiore rispetto al metallo corroso: questo comporta che il materiale ossidato, dovendo occupare lo stesso volume del metallo di partenza, o risulta essere molto poroso o si raggrinzisce fratturandosi. In entrambe le situazioni, il materiale sottostante, ancora intatto, viene esposto all'aggressione dell'agente, ed il processo si itera. È questo il caso della ruggine (ossidi di ferro), che si sfalda permettendo l'ulteriore degrado del ferro (o dell'acciaio al carbonio) sottostante, fino alla completa scomparsa del materiale iniziale. Nel secondo caso, il prodotto della corrosione ha un peso specifico maggiore, e quindi si presenta come una pellicola estremamente compatta e fortemente aderente al materiale sottostante, proteggendolo da ulteriori attacchi. Questo fenomeno, detto [[passivazione]], blocca la corrosione arrestandola allo stato iniziale.<br/>
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Metalli e leghe che di passivano naturalmente sono il rame, l'alluminio e l'acciaio inossidabile (quest'ultimo a causa dell'aggiunta di cromo e nichel rispetto al normale acciaio al carbonio); ferro, acciaio al carbonio e ghisa sono invece soggetti ad una corrosione continua.
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Metalli e leghe che di passivano naturalmente sono il rame, l'alluminio e l'acciaio inossidabile (quest'ultimo, a causa dell'aggiunta di cromo e nichel rispetto al normale acciaio al carbonio, forma uno strato protettivo di Cr<sub>2</sub>O<sub>3</sub>); ferro, acciaio al carbonio e ghisa sono invece soggetti ad una corrosione continua.
Per evitare il fenomeno, sono oggi disponibili diverse lavorazioni, tutte aventi come scopo quello di creare una pellicola superficiale protettiva che abbia caratteristiche di resistenza e di impermeabilità. Tra queste si annoverano:
Per evitare il fenomeno, sono oggi disponibili diverse lavorazioni, tutte aventi come scopo quello di creare una pellicola superficiale protettiva che abbia caratteristiche di resistenza e di impermeabilità. Tra queste si annoverano:

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Indice

Descrizione

Tavola periodica.jpg

Si dicono metallici quei materiali costituiti principalmente da uno o più metalli, intendendo per metallo il gruppo di elementi chimici che si trovano sul lato sinistro della tavola periodica chimica.
Questi materiali, per quanto notevolmente eterogenei, hanno proprietà e caratteristiche comuni, quali:

  • densità e punto di fusione abbastanza elevati;
  • buona resistenza meccanica, duttilità e malleabilità;
  • capacità di condurre calore e elettricità;
  • elevata dilatazione termica;
  • impermeabilità all'acqua e ridotta permeabilità al vapore;
  • formazione ossidi se a contatto con l'ossigeno.

I metalli più utilizzati in edilizia sono:

  • alluminio;
  • cromo;
  • ferro;
  • nichel;
  • piombo;
  • rame;
  • stagno;
  • tungsteno;
  • zinco.

Quando vengono utilizzati allo stato puro, i metalli vengono contraddistinti dal loro grado di purezza, espresso percentualmente. Ad esempio, Cu al 99% si riferisce ad un materiale metallico costituito da rame puro al 99%, e cioè caratterizzato da una frazione pari all'1% di impurità.
Altre volte, le impurità, o comunque altri materiali, vengono aggiunti allo scopo di migliorare alcune prestazioni dei metalli originari: questi, mischiati tra loro o anche con altri elementi non metallici, danno luogo alle leghe, che hanno caratteristiche anche profondamente diverse rispetto ai componenti di partenza, e vengono per questo motivo impiegate molto spesso nell'industria e nell'edilizia. Tra le leghe si hanno:

  • acciaio al carbonio (ferro e carbonio);
  • acciaio inox;
  • bronzo;
  • ghisa;
  • leghe di alluminio
  • ottone.

Caratteristiche

I metalli, e le leghe da essi composte, hanno delle configurazioni atomiche simili, e questo determina alcuni comportamenti affini.
In funzione dei meccanismi che vengono coinvolti, è possibile distinguere le caratteristiche chimiche da quelle fisiche.

Corrosione

Un fenomeno comune a tutti i metalli è quello della corrosione, cioè della predisposizione ad essere attaccati da agenti corrosivi che reagiscono chimicamente dando luogo a sostanze dalle caratteristiche profondamente differenti rispetto al metallo di partenza.
Nonostante esistano meccanismi differenti, i fenomeni corrosivi sono caratterizzati dal fatto che gli atomi di metallo cedono elettroni, ossidandosi. Gli atomi di metallo così ossidati possono disciogliersi in una soluzione, oppure ricombinarsi con atomi di ossigeno dando luogo ad un ossido, o legarsi ad un atomo non metallico generando un sale.
La propensione di un materiale metallico ad essere corroso dipende quindi dalla facilità con la quale i metalli cedono elettroni: tale caratteristica è detta nobilità. In altri termini, più un materiale è nobile meno esso tende naturalmente a cedere elettroni, e quindi a corrodersi. Di seguito si riporta un elenco di materiali metallici, dal meno al più nobile:

  1. Litio
  2. Sodio
  3. Magnesio
  4. Titanio
  5. Alluminio
  6. Manganese
  7. Zinco
  8. Cromo
  9. Ferro, acciaio al carbonio, ghisa
  10. Cadmio
  11. Nichel
  12. Stagno
  13. Piombo
  14. Rame
  15. Acciaio inossidabile
  16. Argento
  17. Mercurio
  18. Platino
  19. Oro.

Metalli poco nobili quindi si ossidano con facilità, ed è il motivo per cui in natura non vengono rinvenuti allo stato puro, ma sempre combinati con altri elementi chimici. Metalli molto nobili si corrodono con estrema lentezza e, allo stato puro, tendono a mantenersi inalterati per tempi anche molto lunghi. La velocità di corrosione però non dipende esclusivamente dalla nobiltà, ma anche dalla forma data al materiale: un pezzo di ferro di si corrode meno velocemente di quanto accade alla polvere di ferro della stessa quantità, perché la superficie a contatto con l'esterno è nel secondo caso di gran lunga superiore al primo.

A seconda del metallo e del tipo di corrosione, il fenomeno può proseguire nel tempo - fino al completo deterioramento - o arrestarsi. Nel primo caso, il prodotto della corrosione risulta avere un peso specifico maggiore rispetto al metallo corroso: questo comporta che il materiale ossidato, dovendo occupare lo stesso volume del metallo di partenza, o risulta essere molto poroso o si raggrinzisce fratturandosi. In entrambe le situazioni, il materiale sottostante, ancora intatto, viene esposto all'aggressione dell'agente, ed il processo si itera. È questo il caso della ruggine (ossidi di ferro), che si sfalda permettendo l'ulteriore degrado del ferro (o dell'acciaio al carbonio) sottostante, fino alla completa scomparsa del materiale iniziale. Nel secondo caso, il prodotto della corrosione ha un peso specifico maggiore, e quindi si presenta come una pellicola estremamente compatta e fortemente aderente al materiale sottostante, proteggendolo da ulteriori attacchi. Questo fenomeno, detto passivazione, blocca la corrosione arrestandola allo stato iniziale.
Metalli e leghe che di passivano naturalmente sono il rame, l'alluminio e l'acciaio inossidabile (quest'ultimo, a causa dell'aggiunta di cromo e nichel rispetto al normale acciaio al carbonio, forma uno strato protettivo di Cr2O3); ferro, acciaio al carbonio e ghisa sono invece soggetti ad una corrosione continua.

Per evitare il fenomeno, sono oggi disponibili diverse lavorazioni, tutte aventi come scopo quello di creare una pellicola superficiale protettiva che abbia caratteristiche di resistenza e di impermeabilità. Tra queste si annoverano:

Esposizione all'ossigeno

Il tipo di corrosione più comune è quello che si verifica esponendo il materiale all'ossigeno, e quindi a tutte le sostanze che lo contengono. Comunemente ciò avviene quando il metallo è immerso in aria o in acqua, ed è quindi praticamente sempre presente nelle normali condizioni di utilizzo. La reazione che avviene può essere semplicemente schematizzata come:

M + O → Ossido di M,

dove M è il generico metallo attaccato, e O l'ossigeno.
Nel caso estremamente frequente del ferro e dell'acciaio al carbonio, le reazioni sono molteplici, in funzione della presenza di acqua e/o dell'ossigeno allo stato di gas:

3Fe + 4H2O → Fe3O4 + 4H2
2Fe + O2 + 2H2O → 2Fe(OH)2
4Fe + 3O2 + 6H2O → 4Fe(OH)3
4Fe + 3O2 + 2H2O → 2Fe2O3•H2O
6Fe + 4O2 → 2Fe3O4.

La reazione di ossidazione del metallo aumenta (si estende e si velocizza) con l'aumentare della temperatura.

Caratteristiche fisiche

Di solito le caratteristiche fisiche si riducono all'aumentare della temperatura; ciò permette di conformare questi materiali attraverso la forgiatura, cioè riscaldandolo in una fucina - al di sotto del punto di fusione - e poi modificandone la forma per battitura con appositi martelli o per stampaggio.
Portando il materiale ad una temperatura tale da liquefarlo è invece possibile produrre oggetti per fusione, colandolo in appositi stampi ed attendendo che si solidifichi raffreddando. Se il liquido viene iniettato a pressioni elevate (tra i 140 e i 1400 bar), allora si parla di pressofusione. In generale, la fusione restituisce oggetti più irregolari, per i quali si rende necessaria un successivo processo di finitura, ma è molto più economica della pressofusione, che invece permette di rispettare tolleranze dell'ordine del decimo di millimetro. Inoltre, la fusione consente la produzione di oggetti anche grandi, mentre la pressofusione si limita a medie e piccole dimensioni.
(da completare)

Voci correlate

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