Esigenziale-prestazionale

Da TecnoLogica.

Approccio metodologico al processo edilizio che sviluppa le soluzioni di progetto partendo dall'analisi delle classi di esigenza e delle relative esigenze alla definizione dei requisiti e delle specificazioni di prestazione, allo scopo di valutare la qualità dell'intero intervento o di parte di esso, degli elementi tecnici e/o di quelli spaziali.

Descrizione

L'analisi esigenziale-prestazionale rappresenta la metodologia che la disciplina della Tecnologia dell'Architettura utilizza durante il processo edilizio con lo scopo di perseguire la qualità edilizia, e cioè di soddisfare i bisogni dei committenti e degli utenti dell'organismo edilizio.
Attualmente non esiste una norma tecnica che ne chiarisca i passaggi; è però possibile individuare le seguenti fasi:

  1. individuare la committenza e l'utenza dell'organismo edilizio;
  2. classificare i bisogni attraverso le classi di esigenza e le esigenze;
  3. stabilire quali parti del sistema edilizio sono atte a soddisfare le esigenze individuate, e cioè quali elementi tecnici e/o spaziali erogano le prestazioni che soddisfano le diverse esigenze opportunamente tradotte in requisiti;
  4. esprimere le prestazioni attraverso opportune specificazioni, ossia determinare attributi e/o variabili che descrivono la prestazione;
  5. individuare le specifiche di prestazione, cioè i valori soglia che attributi e/o variabili devono raggiungere per considerare soddisfatto il requisito;
  6. strutturare le diverse specificazioni in un programma prestazionale;
  7. elaborare la soluzione di progetto in funzione della sua capacità di soddisfare il programma prestazionale.

L'analisi esigenziale-prestazionale necessita quindi di diversi strumenti teorici, ed in particolare utilizza:

La normativa tecnica

Sul finire degli anni '70 sono state varate, per un periodo lungo un decennio, una serie di otto norme che, anche se non definiscono i termini generali con i quali condurre un'analisi esigenziale-prestazionale, consentono di chiarire un discreto numero di aspetti.
Ad eccezione delle prime due (UNI 7867-1:1978 e UNI 7867-4:1979, sostituite dalla unica UNI 10838:1999), tutte le norme sono attualmente in vigore, per cui restano il principale - se non l'unico - riferimento in questo campo. In particolare:

  1. la UNI 8289:1981 definisce sette classi di esigenza;
  2. la 8290-1:1981 definisce il sistema tecnologico, individua classi di unità tecnologiche,unità tecnologiche e classi di elementi tecnici, ed i criteri per l'individuazione degli elementi tecnici;
  3. la UNI 8290-2:1983 definisce 63 requisiti ed i criteri di analisi;
  4. la UNI 8290-3:1987 definisce e analizza gli agenti e le azioni che in condizioni di esercizio si esercitano sul sistema edilizio;
  5. la 10838:1999 stabilisce la terminologia da adottare in relazione all'utenza finale.

Le prime due norme, strettemante legate all'analisi esigenziale-prestazionale, lasciano in sospeso differenti - e non marginali - aspetti, a discapito dell'operatività dell'intero sistema, ed in particolare:

  • vengono definite le classi ma non le esigenze;
  • i requisiti non vengono attribuiti alle diverse classi (in realtà dovrebbero essere riferiti alle esigenze, ma queste non sono state definite);
  • dando per scontato che le prestazioni siano pari ai requisiti, non vengono indicate le modalità di stima (o misura) delle stesse, e cioè non sono definite le singole specificazioni[1].

Voci correlate

Note

  1. La norma potrebbe lasciare a intendere che queste devono essere di volta in volta determinate in funzione del singolo progetto da sviluppare. E' invece opinione del contributore che le specificazioni di prestazione sono legate direttamente alla prestazione, e questa a sua volta al requisito, che è univocamente determinato da UNI 8290-2:1983; sono invece le specifiche a variare di volta in volta, tanto che la redazione del programma prestazionale deve considerarsi un documento di progetto a tutti gli effetti.
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