Sistema edilizio

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Il sistema edilizio è ciò che scaturisce da un'analisi dell'organismo edilizio secondo un approccio sistemico.

Descrizione

L'organismo edilizio è un insieme complesso che può essere letto attraverso l'approccio sistemico, in grado di costruire un modello interpretativo efficace. La norma[1] purtroppo non chiarisce a sufficienza l'articolazione dell sistema, ma è plausibile pensare, in accordo sia con la definizione di requisito[2] che con quella di prestazione[3], che esso sia composto da due sub-sistemi, e cioè quello tecnologico e quello ambientale.
Il sistema tecnologico è l'insieme strutturato di unità tecnologiche e/o di elementi tecnici definiti nei loro requisiti tecnologici e nelle loro specificazioni di prestazione tecnologica[1], e cioè quel sistema in cui l'osservazione avviene avendo come obiettivo gli oggetti edilizi che compongono l'organismo; se questi vengono presi singolarmente, allora l'oggetto è l'elemento tecnico, nel caso essi vengano considerati insieme (e quindi occorre conoscere anche i rapporti relazionali tra di essi) allora l'oggetto è l'unità tecnologica[4].
Il sistema ambientale è l'insieme strutturato delle unità ambientali e degli elementi spaziali, definiti nelle loro prestazioni e nelle loro relazioni[1], e cioè quel sistema in cui l'osservazione ha per obiettivo gli spazi che compongono l'organismo; se questi vengono considerati in funzione della loro geometria, allora l'oggetto è l'elemento spaziale, nel caso essi vengano considerati in funzione dei gruppi di attività che in essi vengono svolti, allora l'oggetto è l'unità ambientale[5].

Criticità

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Come si vede, il discriminante del sistema tecnologico è il requisito e la sua specificazione di prestazione, mentre per quello ambientale è la prestazione e le relazioni funzionali che si instaurano tra i diversi elementi. Ciò fa comprendere che, in entrambi i casi, l'ottica sistemica è strettamente correlata all'analisi esigenziale prestazionale. Resta però da chiarire come i due sistemi sono tra loro complementari, e in quale relazione si pongono rispetto alla logica esigenziale-prestazionale. Fermo restando che la norma non chiarisce esplicitamente questo punto, è possibile proporre una chiave interpretativa basata sullo schema seguente, che di fatto riferisce ogni sub-sistema ad un insieme di fattori, ad una classe di requisiti e ad una classe di prestazioni:

Sistema Sub-sistema Fattore Scala di osservazione Classe di requisito Caratteristica Classe di prestazione
Edilizio Ambientale Fisico/ambientale Unità ambientale Ambientale Fisico/ambientale Ambientale
Geometrico dimensionale e di organizzazione degli spazi Elemento spaziale Funzionale spaziale Geometrico dimensionale e di organizzazione degli spazi
Tecnologico Tecnico/scientifico Unità tecnologica Tecnologico Tecnologica Tecnologica
Elemento tecnico Tecnico Intrinseca
Di durabilità Funzionale alla durata
Di manutenibilità Di operabilità mauntentiva
Operativa Tecnico-dimensionali e di relazione

Lo schema è stato ottenuto forzando la norma in diversi punti, e cioè:

  • alla lettera, i sub-sistemi dovrebbero essere tre: tecnologico, ambientale e funzionale spaziale; sia per consuetudine che per rispettare la classificazione utilizzata nelle definizioni di requisito e di prestazione si considerano qui soltanto i primi due, con il terzo inglobato nel secondo;
  • la scala di osservazione è un modo utilizzato qui per indicare a quale livello di scoposizione del subsistema vengono individuati gli elementi che devono possedere le condizioni di soddisfacimento delle classi di requisito; la dicitura "scala di osservazione" non è della norma, mentre lo sono gli elementi, perché questi sono nominati esplicitamente nella definizione delle singole classi di requisiti;
  • la norma[1] utilizza la dicitura requisito quando compie la suddivisione nei sette gruppi (ambientale, funzionale-spaziale, tecnologico, tecnico, di durabilità, operativo e manutentivo), e non classe di requisito; ma in altre due norme tecniche[6] i requisiti sono specificati in un'articolazione ben più complessa dei gruppi suddetti, tanto che ne vengono definiti in totale 99: per tale motivo per questi sette contenitori si ritiene qui opportuno parlare di classe di requisiti;
  • tra le classi di requisito la norma[1] implicitamente considera che quella ambientale, funzionale-spaziale e tecnologica siano gerarchicamente ad un livello superiore delle altre perché esse rappresentano una traduzione di un'esigenza in fattori, mentre le altre sono o traduzioni di un requisito tecnologico (per le classi tecnica, di durabilità e di manutenibilità) o di un requisito tecnico (per la classe operativa) in caratteristiche di varia natura; qui si è inteso trasferire la gerarchizzazione delle classi di requisito ai livelli precedenti di articolazione del sistema edilizio allo scopo di semplificare la struttura (già di per sé molto complessa) del rapporto relazionale tra il sistema adottato ed i requisiti;
  • nell'ottica che ad ogni requisito corrisponda una prestazione, avendo la norma definito 99 requisiti ci si aspetta che esistano altrettanti comportamenti reali dell’organismo edilizio e/o delle sue parti; avendo però la UNI 10838 classificato le prestazioni in ambientale e tecnologica, si è ritenuto opportuno denominare questi gruppi come classi di prestazione.

Voci correlate

Note

  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 1,4 UNI 10838:1999.
  2. Si legge tra l'altro che un organismo edilizio è composto da parti spaziali e tecniche.
  3. Queste vengono classificate in ambientali e tecnologiche.
  4. La UNI 10838 la definisce come il raggruppamento di funzioni, compatibili tecnologicamente, necessarie per l’ottenimento di prestazioni ambientali, creando un ulteriore elemento di confusione tra il sistema tecnologico e quello ambientale. In realtà essi sono due sub-sistemi del sistema edilizio, per cui al livello di unità tecnologica le prestazioni di entrambi i sistemi tendono a convergere sui medesimi oggetti.
  5. La UNI 10838 definisce anche un sistema funzionale spaziale come insieme strutturato degli elementi spaziali definiti attraverso le loro funzioni, le dimensioni, la morfologia, le loro posizioni reciproche e rispetto all’ambiente esterno, che però sembra essere un sub-sistema rispetto a quello ambientale, e come tale sarà qui considerato, anche se a rigore la norma non lo dice esplicitamente.
  6. UNI 8290-2:1983 e UNI 11277:2008.
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