Spazio vettoriale

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Assegnando quindi generica direzione <math>n</math> ed un suo versore <math> \hat{\mathbf{e}}_n </math>, è possibile ottenere tutti i vettori giacenti su quella direzione moltiplicando di volta in volta il versore per tutti i numeri reali; in altre parole, il generico vettore <math> \bar{\mathbf{v}}_n</math> giacente sulla direzione <math>n</math> avente lunghezza <math>v</math> può essere ottenuto attraverso il prodotto per uno scalare <math>v \cdot \hat{\mathbf{e}}_n</math> se ha lo spesso verso di <math> \hat{\mathbf{e}}_n </math>, e come <math>- v \cdot \hat{\mathbf{e}}_n</math> se ha verso opposto.<br/>
Assegnando quindi generica direzione <math>n</math> ed un suo versore <math> \hat{\mathbf{e}}_n </math>, è possibile ottenere tutti i vettori giacenti su quella direzione moltiplicando di volta in volta il versore per tutti i numeri reali; in altre parole, il generico vettore <math> \bar{\mathbf{v}}_n</math> giacente sulla direzione <math>n</math> avente lunghezza <math>v</math> può essere ottenuto attraverso il prodotto per uno scalare <math>v \cdot \hat{\mathbf{e}}_n</math> se ha lo spesso verso di <math> \hat{\mathbf{e}}_n </math>, e come <math>- v \cdot \hat{\mathbf{e}}_n</math> se ha verso opposto.<br/>
I numeri reali prendono il nome di '''scalari''' perché attraverso il prodotto per uno scalare sono in grado di aumentare e/o ridurre la lunghezza di un vettore, e quindi funzionano come fattore di scala. L'insieme dei numeri reali <math> \mathbb{R} </math> prende quindi il nome di '''insieme degli scalari'''.
I numeri reali prendono il nome di '''scalari''' perché attraverso il prodotto per uno scalare sono in grado di aumentare e/o ridurre la lunghezza di un vettore, e quindi funzionano come fattore di scala. L'insieme dei numeri reali <math> \mathbb{R} </math> prende quindi il nome di '''insieme degli scalari'''.
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La '''somma vettoriale''' è un'operazione tra due vettori <math> \bar{\mathbf{a}} </math> e <math> \bar{\mathbf{b}} </math>; si indica con il simbolo <math> + </math> (esempio: <math> \bar{\mathbf{a}} + \bar{\mathbf{b}} </math>) e si legge "''più''" (esempio: <math> \bar{\mathbf{a}} + \bar{\mathbf{b}} </math> si pronuncia ''a più bi''). Il risultato è un nuovo vettore determinato con la nota '''regola del parallelogramma''': traslati i vettori addendi <math> \bar{\mathbf{a}} </math> e <math> \bar{\mathbf{b}} </math> nel medesimo punto di applicazione (a volte per comodità si può utilizzare l'origine degli assi), si costruisce un parallelogrammo avente per lati proprio i vettori "addendi" (gli altri due si determinano per parallelismo); il vettore che giace sulla diagonale che parte dal punto di applicazione è il vettore somma, che viene detto '''vettore risultante''', o più brevemente la '''risultante''' della somma vettoriale.
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Struttura algebrica costituita da un campo, il cui insieme di sostegno viene detto insieme degli scalari, un insieme di elementi detti vettori, e due operazioni dette prodotto per uno scalare e somma vettoriale.

Descrizione

Piano-vettori.jpg

Sia dato uno spazio piano nel quale 0 x1 x2 è un sistema di riferimento cartesiano, che per semplicità considereremo ortogonale: come è noto, ad ogni punto P corrisponde una ed una sola coppia di valori (xP1, xP2) e, viceversa, ad ogni coppia di numeri reali (xP1, xP2) corrisponde uno ed un solo punto P del piano.
In termini formali, il sistema di assi permette di costruire una relazione biunivoca tra i punti del piano e le coppie di numeri reali, e cioè:

LaTeX:  \mathcal {f} : \mathbb{S}^2 \leftrightarrow \mathbb{R}^2 ,

dove per LaTeX:  \mathbb{S}^2 si intende l'insieme dei punti del piano e per LaTeX:  \mathbb{R}^2 il prodotto cartesiano dell'insieme dei numeri reali per sé stesso.
Allo stesso modo, ad ogni punto P è possibile far corrispondere un vettore applicato nell'origine 0, detto LaTeX:  \overrightarrow{0P}, e cioè un segmento orientato da 0 a P rappresentabile come una freccia avente punta in P.
È evidente che è possibile costruire una relazione biunivoca tra tutti i punti e tutti i vettori del piano perché ad ogni punto corrisponderà uno ed un solo vettore, e viceversa. In termini formali, sarà:

LaTeX:  \mathcal {g} : \mathbb{S}^2 \leftrightarrow \mathcal{V}_2 ,

dove LaTeX:   \mathcal{V}_2 rappresenta l'insieme di tutti i vettori piani.
Ne consegue quindi che, stabilito un sistema di riferimento, deve sussistere una relazione biunivoca tra tutte coppie di numeri reali e tutti i vettori piani applicati all'origine degli assi, cioè:

LaTeX:  \mathcal {h} : \mathbb{R}^2 \leftrightarrow \mathcal{V}_2 .

Per stabilire tale legame, occorre introdurre tre concetti fondamentali per la definizione dello spazio vettoriale, ed in particolare:

  1. introdurre la base vettoriale;
  2. definire l'operazione di prodotto per uno scalare;
  3. precisare l'operazione di somma vettoriale.

La base vettoriale è l'equivalente del sistema di assi cartesiani nella geometria analitica: si tratta di stabilire nel piano LaTeX:  \mathbb{S}^2 una coppia di vettori (per comodità ortogonali tra loro) applicati in un punto origine 0 ed avente lunghezza unitaria, e che per tale ultimo motivo sono detti versori.
In generale quindi un versore è un vettore unitario, e si indica genericamente con LaTeX:  \hat{\mathbf{e}}_n ; una coppia di versori non paralleli aventi origine in comune si dice base vettoriale; infine, una coppia di versori aventi origine in comune e tra loro perpendicolari prende il nome di base ortonormale.
Le basi ortonormali, collineari agli assi x1 e x2 e con i quali condividono la medesima origine 0, vengono indicati come LaTeX:  \hat{\mathbf{e}}_1 e LaTeX:  \hat{\mathbf{e}}_2 .


Il prodotto per uno scalare è un'operazione tra un numero reale LaTeX: r ed un vettore LaTeX:  \bar{\mathbf{v}} ; si indica con il simbolo LaTeX:  \cdot (esempio: LaTeX: r \cdot \bar{\mathbf{v}}) o omettendo il simbolo (esempio: LaTeX: r \bar{\mathbf{v}}), e si legge "per" (esempio: LaTeX: r \cdot \bar{\mathbf{v}} si pronuncia erre per vi). Il risultato è un nuovo vettore LaTeX:  \bar{\mathbf{w}} avente:

  • la stessa direzione di LaTeX:  \bar{\mathbf{v}};
  • lo stesso verso di LaTeX:  \bar{\mathbf{v}} se LaTeX: r è positivo, e verso opposto se LaTeX: r è negativo;
  • lunghezza pari a LaTeX: r volte la lunghezza di LaTeX:  \bar{\mathbf{v}} o per essere precisi, indicando con LaTeX: \left | \bar{\mathbf{v}} \right | il modulo di LaTeX:  \bar{\mathbf{v}} (modulo equivale a lunghezza) e con LaTeX: \left | \bar{\mathbf{w}} \right | il modulo di LaTeX:  \bar{\mathbf{w}}, allora LaTeX: \left | \bar{\mathbf{w}} \right |= r \left | \bar{\mathbf{v}} \right |.

Assegnando quindi generica direzione LaTeX: n ed un suo versore LaTeX:  \hat{\mathbf{e}}_n , è possibile ottenere tutti i vettori giacenti su quella direzione moltiplicando di volta in volta il versore per tutti i numeri reali; in altre parole, il generico vettore LaTeX:  \bar{\mathbf{v}}_n giacente sulla direzione LaTeX: n avente lunghezza LaTeX: v può essere ottenuto attraverso il prodotto per uno scalare LaTeX: v \cdot \hat{\mathbf{e}}_n se ha lo spesso verso di LaTeX:  \hat{\mathbf{e}}_n , e come LaTeX: - v \cdot \hat{\mathbf{e}}_n se ha verso opposto.
I numeri reali prendono il nome di scalari perché attraverso il prodotto per uno scalare sono in grado di aumentare e/o ridurre la lunghezza di un vettore, e quindi funzionano come fattore di scala. L'insieme dei numeri reali LaTeX:  \mathbb{R} prende quindi il nome di insieme degli scalari.

La somma vettoriale è un'operazione tra due vettori LaTeX:  \bar{\mathbf{a}} e LaTeX:  \bar{\mathbf{b}} ; si indica con il simbolo LaTeX:  + (esempio: LaTeX:  \bar{\mathbf{a}} + \bar{\mathbf{b}} ) e si legge "più" (esempio: LaTeX:  \bar{\mathbf{a}} + \bar{\mathbf{b}} si pronuncia a più bi). Il risultato è un nuovo vettore determinato con la nota regola del parallelogramma: traslati i vettori addendi LaTeX:  \bar{\mathbf{a}} e LaTeX:  \bar{\mathbf{b}} nel medesimo punto di applicazione (a volte per comodità si può utilizzare l'origine degli assi), si costruisce un parallelogrammo avente per lati proprio i vettori "addendi" (gli altri due si determinano per parallelismo); il vettore che giace sulla diagonale che parte dal punto di applicazione è il vettore somma, che viene detto vettore risultante, o più brevemente la risultante della somma vettoriale.

(Da completare)

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