Punto presa elettrica

Da TecnoLogica.

Descrizione

Per punto presa si intende quel punto di un ambiente servito dall'impianto elettrico nel quale si trovano una o più prese elettriche grazie alle quali è possibile alimentare un'apparecchiatura opportunamente fornita di spina.
In funzione della tensione, le prese possono essere monofase (per 220 V), o trifase (380 V) e quindi alimentate da una coppia o da due coppie di conduttori. Per motivi di sicurezza, tutte le prese sono collegate all'impianto di terra con un cavo elettrico contrassegnato da una guaina di colore giallo-verde. Ne consegue quindi che una presa elettrica della tensione di 220 volt è allacciata a tre conduttori (una fase F, un neutro N ed una terra), mentre una presa della tensione di 380 V è allacciata a cinque conduttori (tre fasi, un neutro ed una terra).
Le prese possono essere protette da sistemi interruttori automatici e non in funzione del loro utilizzo. In ogni caso, gli interruttori di protezione devono essere in grado di interrompere il circuito tanto nelle fasi che nel neutro, perché solo in questo modo è possibile avere la certezza di isolare completamente la presa dall'impianto elettrico.

Prese elettriche monofase

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Le prese con una tensione di 220 V sono monofase in quanto sono alimentate da un'unica fase F ed un neutro N. Un terzo conduttore permette di collegare la presa all'impianto di terra.
In generale quindi, il circuito di alimentazione di una presa è estremamente semplice: dalla dorsale dell'impianto si stacca una fase che giunge fino alla presa elettrica; da qui un conduttore si collega sul neutro chiudendo il circuito.
Lo schema unifilare quindi prevede soltanto una linea cavi con una fase e un neutro che collega la presa all'impianto.
Naturalmente tanto nello schema funzionale quanto in quello unifilare occorre indicare il tipo di presa utilizzato usando l'apposito simbolo: 10 A, 16 A, 10/16A, con alveoli protetti, tipo UNEL, tipo CEE.
Spesso le prese per impiegi industriali sono già dotate di sistemi di protezione automatica che, in caso di sovraccarico o cortocircuito, scattano interrompendo l'erogazione di energia elettrica: sono le prese interbloccate. In tal caso, il circuito resta lo stesso; occorre soltanto rappresentarle con un apposito simbolo elettrico.

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Soprattutto negli impianti di tipo domestico, quando occorre alimentare apparecchiature che necessitano di una discreta potenza (forni elettrici) o che risulta particolarmente difficile disconnettere dall'impianto elettrico (lavatrici, lavastoviglie, boiler, caldaie) è utile realizzare un circuito elettrico con un interruttore bipolare, in grado cioè di interrompere sia la fase che il neutro. Ciò dà garanzia di isolare completamente la presa dall'impianto e quindi di poter effettuare manutenzioni e riparazioni sull'apparecchiatura senza dover fisicamente staccare la spina dalla presa (e senza il rischio di folgorazione).
Lo schema funzionale è semplice: tanto la fase quanto il neutro sono intercettati dall'interruttore bipolare (detto comunemente anche 0/1 o zerouno), a valle del quale si trova la presa.
Analogamente si articola lo schema unifilare, con la via cavo che collega l'impianto al bipolare, e quest'ultimo alla presa.

Voci correlate

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