Vento (meteorologia)

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# misura ad un'altezza standard dal piano di campagna (10 metri);
# misura ad un'altezza standard dal piano di campagna (10 metri);
# tempo di misura sufficientemente lungo da essere considerato statisticamente accettabile (20 o 30 anni).
# tempo di misura sufficientemente lungo da essere considerato statisticamente accettabile (20 o 30 anni).
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Vista la natura del vento, che è un flusso d'aria estremamente turbolento che tende a cambiare rapidamente velocità e direzione, è importante chiarire subito che i dati meteorologici si riferiscono sempre a delle '''medie statistiche''' calcolate utilizzando i dati rilevati in un particolare intervallo di tempo. Si parla quindi di:
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* '''vento prevalente''', quando si indica velocità e direzione del vento che più spesso è stato rilevato dalla stazione meteorologica (cioè il vento che con maggiore probabilità potrà essere riscontrato in una determinata località);
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Vista la natura del vento, che è un flusso d'aria estremamente turbolento che tende a cambiare rapidamente velocità e direzione, è importante chiarire subito che i dati meteorologici si riferiscono sempre a delle '''medie statistiche''' calcolate utilizzando i dati rilevati in un particolare intervallo di tempo. I periodi di osservazione più spesso impiegati sono tre: mensile, stagionale (trimestrale) e annuale: tra tutti, il più significativo è quello trimestrale, e spesso - per indicare i flussi d'aria che d'abitudine si riscontrano in una zona - si parla appunto di '''venti stagionali'''.
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* '''vento dominante''', quando si indica il vento che registra la velocità media più elevata in un determinato periodo (cioè il vento più veloce riscontrato in una determinata località);
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* '''vento regnante''', quando vento prevalente e dominante coincidono (cioè il vento più veloce e più probabile che si riscontra in una determinata località).
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Dato che i venti vengono spesso rappresentati come [[Tensore#vettore|vettori]], sono caratterizzati da una '''direzione''' e da una '''intensità''' (direzione del moto e sua velocità); stabilito il tempo di osservazione (mese, trimestre, anno), per ognuna delle otto direzioni (quelle della [[rosa dei venti]]) può determinarsi la '''velocità media dell'aria''' e la sua '''frequenza''', cioè il numero di volte che il vento spira in quella data direzione. Grazie a questi due valori, per ogni località è possibile indicare qual è il:
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I periodi di osservazione più spesso impiegati sono tre: mensile, stagionale (trimestrale) e annuale. Spesso, quindi, si indicano i ''venti prevalenti mensili'', o ''venti dominanti stagionali'', e via discorrendo.
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*'''vento prevalente''', cioè quello che viene più frequentemente osservato; corrisponde alla direzione che ha la maggiore frequenza di osservazione;
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*'''vento dominante''', cioè quello che ha la massima velocità; corrisponde alla direzione che registra la maggiore velocità media dell'aria;
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*'''vento regnante''', cioè quello che registra contemporaneamente la maggior frequenza e la più elevata velocità.
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Si noti che è sempre possibile determinare vento prevalente e dominante, ma che non è sempre possibile determinare il vento regnante (in altri termini, non sempre venti prevalenti e dominanti coincidono).
È molto importante conoscere a quale altezza è posto lo strumento di misura, perché a causa della viscosità la velocità dell'aria diminuisce più ci si avvicina al suolo; volendo quindi determinare la velocità ''v<sub>h</sub>'' ad una generica altezza ''h'' (espressa in metri), si utilizza la relazione:
È molto importante conoscere a quale altezza è posto lo strumento di misura, perché a causa della viscosità la velocità dell'aria diminuisce più ci si avvicina al suolo; volendo quindi determinare la velocità ''v<sub>h</sub>'' ad una generica altezza ''h'' (espressa in metri), si utilizza la relazione:

Versione delle 12:24, 4 apr 2015

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Descrizione

Il vento è un fenomeno atmosferico che viene rilevato dalle stazioni meteorologiche tramite uno strumento di misura, detto anemometro, che restituisce la velocità e la direzione dell'aria in un determinato momento.
Come per tutti i fenomeni meteorologici, anche per il vento occorre che siano rispettate delle condizioni di attendibilità della misurazione, che consistono in:

  1. impiego di un anemometro periodicamente controllato;
  2. misura ad un'altezza standard dal piano di campagna (10 metri);
  3. tempo di misura sufficientemente lungo da essere considerato statisticamente accettabile (20 o 30 anni).

Vista la natura del vento, che è un flusso d'aria estremamente turbolento che tende a cambiare rapidamente velocità e direzione, è importante chiarire subito che i dati meteorologici si riferiscono sempre a delle medie statistiche calcolate utilizzando i dati rilevati in un particolare intervallo di tempo. I periodi di osservazione più spesso impiegati sono tre: mensile, stagionale (trimestrale) e annuale: tra tutti, il più significativo è quello trimestrale, e spesso - per indicare i flussi d'aria che d'abitudine si riscontrano in una zona - si parla appunto di venti stagionali.

Dato che i venti vengono spesso rappresentati come vettori, sono caratterizzati da una direzione e da una intensità (direzione del moto e sua velocità); stabilito il tempo di osservazione (mese, trimestre, anno), per ognuna delle otto direzioni (quelle della rosa dei venti) può determinarsi la velocità media dell'aria e la sua frequenza, cioè il numero di volte che il vento spira in quella data direzione. Grazie a questi due valori, per ogni località è possibile indicare qual è il:

  • vento prevalente, cioè quello che viene più frequentemente osservato; corrisponde alla direzione che ha la maggiore frequenza di osservazione;
  • vento dominante, cioè quello che ha la massima velocità; corrisponde alla direzione che registra la maggiore velocità media dell'aria;
  • vento regnante, cioè quello che registra contemporaneamente la maggior frequenza e la più elevata velocità.

Si noti che è sempre possibile determinare vento prevalente e dominante, ma che non è sempre possibile determinare il vento regnante (in altri termini, non sempre venti prevalenti e dominanti coincidono).

È molto importante conoscere a quale altezza è posto lo strumento di misura, perché a causa della viscosità la velocità dell'aria diminuisce più ci si avvicina al suolo; volendo quindi determinare la velocità vh ad una generica altezza h (espressa in metri), si utilizza la relazione:

LaTeX:  v_h = v_{ref} \left( \frac{ \delta_{ref}}{h_{ref}} \right) ^ {\alpha_{ref}} \left( \frac{h}{\delta} \right) ^ {\alpha} ,

dove:

  • LaTeX: v_h è la velocità [m/s] dell'aria all'altezza LaTeX: h [m];
  • LaTeX: v_{ref} è la velocità dell'aria [m/s] rilevata da un anemometro posto ad altezza LaTeX: h_{ref} [m] (di solito pari a 10 metri);
  • LaTeX: \delta è la quota oltre la quale la velocità dell'aria, nel luogo di osservazione, non subisce più alcun rallentamento a causa della viscosità (il valore dipende dalle costruzioni presenti sul territorio, ed è tabellato);
  • LaTeX: \delta_{ref} ha il medesimo significato di LaTeX: \delta ma è riferito al luogo in cui si effettua la misurazione della velocità (che può essere differente rispetto a quello in cui si effettua il calcolo);
  • LaTeX: \alpha e LaTeX: \alpha_{ref} sono due esponenti che dipendono dal tipo di suolo (relativi al luogo di osservazione e a quello in cui si effettua la misurazione della velocità), e sono anch'essi tabellati.

La norma americana[1] fornisce i seguenti valori di LaTeX: \alpha e LaTeX: \delta:

Categoria
di terreno
Descrizione Esponente
α
Altezza
dello strato
δ [m]
1 Centri urbani, con almeno la metà degli edifici più alti di 20 metri 0.33 460 m
2 Aree urbane o suburbane, aree alberate o terreni con costruzioni numerose e vicine, mono o plurifamiliari 0.22 370 m
3 Terreni aperti con poche e rade costruzioni, di altezza non superiore a 9 metri 0.14 270 m
4 Aree pianeggianti prive di costruzioni 0.10 210 m
Venti UNI

In Italia, le uniche fonti che rispondono alle indicazioni precedentemente elencate sono la normativa UNI, che fornisce i venti annuali registrati in 101 località di misura, e l'Atlante Climatico d'Italia, redatto dall'Aeronautica Militare, che invece fornisce dati mensili.
I dati forniti da UNI indicano per ogni stazione meteorologica la direzione e la velocità media giornaliera del vento prevalente, cioè del vento la cui presenza è stata registrata il maggior numero di volte dallo strumento di misura nell'arco di un anno. In altri termini, la norma UNI indica velocità e direzione media giornaliera media annuale del vento prevalente in una data località di rilevamento.

(da completare)

Note

  1. ASHRAE - Foundamentals, cap.16.

Voci correlate


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